ANIME CHE CONSIGLIO: FULL METAL ALCHEMIST BROTHERHOOD

“Gli uomini dimostrano le cose attraverso le azioni, non attraverso le parole” – Maes Huges

Partiamo da un fatto alquanto personale, io adoro le citazioni. Leggere o vedere un’opera e restare magnificamente colpito da una singola frase, tra le tante che vengono proposte al fruitore, è una forma di amore a prima vista. Non è un caso che, soprattutto nell’ultimo periodo, quando leggo un libro o vedo un anime, mi segno sul cellulare tutti gli spunti di riflessione e citazioni che l’opera in questione ha da offrirmi. Inoltre, e non potrebbe essere altrimenti considerati gli studi che faccio, mi piace creare collegamenti tra opere di vario genere, come se fossi un ragno intento a tessere la propria tela. Per questi due (semplici) motivi, le mie riflessioni su “Fullmetal Alchemist: Brotherood”, non solo assumono come punto di partenza la citazione tratta dalla serie che l’aveva preceduta, ovvero “Fullmetal Alchemist”, ma addirittura riprendono perfettamente il finale della recensione che le dedicai.

Prendendo in esame la voce del vocabolario Treccani, “agire” ha il significato generico di fare, operare, in poche parole compiere un’azione. Ora, come ci insegnano a scuola, per il terzo principio della dinamica, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Per ridurla in termini alchemici, per ottenere qualcosa, è necessario dare in cambio qualcos’altro che abbia il medesimo valore. E nessuno può comprendere l’importanza di queste parole meglio dei fratelli Elric, Edward e Alphonse, due bambini di undici e dieci anni, con una spiccata propensione per l’alchimia. I due, dopo essere stati abbandonati dal padre per ragioni a loro sconosciute, restano orfani della madre, motivo per il quale, disperati, ma allo stesso tempo speranzosi, provano il tutto per tutto pur di riaverla al proprio fianco, il tabù di ogni alchimista, la resurrezione. Consci del pericolo che stanno correndo, vanno incontro al loro destino con coraggio e incoscienza e, dopo essersi procurati il necessario, tentano la trasmutazione umana, durante la quale Edward perde un braccio ed una gamba, mentre Alphonse tutto il corpo, rimanendo in vita solamente grazie al fratello che, in un momento di lucidità, riesce a legare la sua anima a un’armatura. Da questi assunti di partenza, inizia la storia dei due protagonisti; un ragazzo di bassa statura, dai capelli biondi e con due “auto-mail” che sostituiscono gli arti mancanti del corpo e un’armatura grossa e robusta, perfetto travestimento carnevalesco dal gusto retrò, ma che al suo interno cela il vuoto. Alla ricerca della famosa pietra filosofale, di cui si sa poco o nulla, i due fratelli faranno di tutto pur di riottenere i propri corpi e state certi che non si arrenderanno facilmente.

Quello intrapreso dai fratelli Elric incarna perfettamente “Il viaggio dell’eroe”, così come lo definisce Christopher Vogler nell’omonimo saggio, ormai diventato cult book. Un viaggio pieno di insidie, di villain che sbucano da dietro l’angolo per mettere i bastoni tra le ruote ai due protagonisti a cui, però, non mancherà mai il sostegno degli amici. E, tra i tanti punti forti del capolavoro della Arakawa, a cui l’anime si rifà pedissequamente, c’è proprio il cast di personaggi eccezionali, perfettamente delineati in ogni minimo dettaglio, in grado di conquistare un posto speciale nel cuore dello spettatore, che difficilmente li dimenticherà.

Winry Rockbell, amica intima di Edward e Alphonse, con cui condivide l’infanzia passata insieme nella piccola cittadina di Resembool. Ragazza dal passato complicato, segnato dalla perdita dei genitori di cui è rimasta orfana in tenera età e che adesso vive con la nonna, conosciuta ai più come, Zia Pinako. Abilissima, nonostante la giovane età, nella costruzione di auto-mail e, per questo motivo, meccanica personale di Edward. Personaggio dalla grande personalità; seriamente preoccupata per i guai in cui, ogni volta, si invischiano i due fratelli che, puntualmente, vengono rimproverati dalla ragazza. Dietro questo carattere forte, si nascondono però ombre e preoccupazioni, legate tanto alla morte dei genitori, di cui si verrà a sapere nel corso della storia, tanto alla paura che i due fratelli, a cui è molto legata, possano, un giorno o l’altro, non fare ritorno a casa. Indubbiamente uno dei personaggi meglio riusciti dell’anime, nonché waifu indiscussa.

Roy Mustang, l’alchimista di fuoco. Colonello dell’esercito per cui lavora lo stesso Edward e uomo ambizioso che spera un giorno di poter diventare Comandante supremo della nazione di Amestris. Figura indispensabile per la crescita dei fratelli Elric, a cui assisterà e parteciperà attivamente. Persona taciturna e con un certo debole per le donne. Sono poche le persone di cui si fida, ma a loro affiderebbe la sua stessa vita. Abile nel combattimento e, allo stesso tempo, grande stratega; si ritroverà continuamente coinvolto in situazioni spinose, da cui ne uscirà sempre con grande efficacia.

Maes Huges, Tenente Colonello e Generale di Brigata dell’esercito. A tutti gli effetti personaggio “secondario” della storia, in cui lascia, a mio avviso, un segno indelebile. A guardarlo da fuori sembrerebbe un burlone, uno sempre con la testa tra le nuvole e a cui interessa solamente spettegolare con i colleghi, in particolar modo con il Colonello Mustang, di cui è amico intimo. Eppure, sarà proprio nei momenti complicati che dimostrerà tutta la sua perspicacia ed intelligenza, tanto da arrivare a scoprire i segreti del paese per cui lavora. Nonostante le sue “brevi comparse”, e questo è il grande merito della Arakawa, anche un personaggio “secondario” come lui riuscirà ad ispirarvi una sincera simpatia ed a entrarvi nel cuore.

Scar, gli homunculus e il Padre. Una sequela di villain che, chi per un motivo e chi per un altro, sarà continuamente in combutta con la legge, con cui si ritroverà, spesso e volentieri, a fare i conti. Dall’Ishbaliano che ha visto morire la propria gente davanti ai suoi occhi e che cerca vendetta contro l’esercito, fino al Padre, figura misteriosa, dal passato oscuro e con palesi manie di protagonismo, che sembra voler governare il mondo intero. La Arakawa riesce nel difficile intento di creare villain originali, che non svolgono il ruolo di semplici comparse e nei cui confronti, sarà impossibile provare odio. Infatti, anche loro, presto o tardi, mostreranno il loro vero volto e i sentimenti da cui sono mossi, e sarà proprio in questi momenti, che si capirà la grandezza di un’opera come “Fullmetal Alchemist: Brotherood”.

Infine, impossibile non nominarli, i fratelli Elric. Alphonse, la grande armatura; un ragazzo dall’animo puro e sensibile, in grado di “esibire” la propria gentilezza anche nei confronti del più reietto degli esseri umani e Edward, l’alchimista d’acciaio; un tipo scontroso, amato da pochi, ma che darebbe la vita pur di salvare un’amica o un familiare. Insieme, i due fratelli, capiranno quanto la vita, a volte, possa essere bastarda. Saranno messi continuamente dinanzi a situazioni complicate e uscirne non sarà una passeggiata. Vedranno morire persone e amici davanti ai propri occhi; e sarà proprio da questi momenti che, i due fratelli, trarranno la forza per andare avanti e cambiare radicalmente il proprio modo di agire e di pensare, nell’intento si salvare e preservare le persone a loro care. Tante le lezioni che la vita impartirà loro e per questo, protagonisti di un vero e proprio viaggio di formazione.

Di personaggi da nominare ce ne sarebbero ancora tanti; penso al tenente Hawkeye e a Van Hohenehim, ma rischierei di rendere la recensione lunga e tediosa, più di quanto, probabilmente, non abbia già fatto. Sulla storia preferisco non dilungarmi, anche perché se volete sapere, vi conviene guardare. Allora un ultimo appunto, più che al comparto grafico, voglio dedicarlo a quello sonoro. Quest’ultimo ci regala delle musiche indimenticabili, che diventano un tutt’uno con le scene proposte, con cui si fondono e amalgamano alla grande, creando un connubio perfetto; per non parlare, infine, delle opening meravigliose, capaci di catapultarti nell’episodio prima ancora che questo inizi e preparando il tuo animo a venti minuti di pura bellezza.
Cento spanne sopra la serie che l’aveva preceduta, ovvero “Fullmetal Alchemist”.

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